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mercoledì 31 agosto 2016

Azienda Agricola Antichi Vigneti di Cantalupo

Alberto Arlunno 



Alberto Arlunno, la tredicesima generazione di produttori dell'Azienda Agricola Antichi Vigneti di Cantalupo è seduto davanti a me, ci dividono una schiera di calici e mezza dozzina di bottiglie aperte.





Alberto ha quello sguardo di chi la sa lunga e in effetti è così sa anche il latino, io me lo sono quasi del tutto scordato, ma cerco di reagire interpretando le sue citazioni dai sui gesti in modo che non se ne accorga. In realtà non sa che sono ancora stordito dall'assaggio del suo Agamium, il Nebbiolo delle Colline Novaresi invecchiato in bottiglia come tutti i suoi vini per anni, perchè come dice lui il vino va bevuto quando è pronto. 2009. Nebbiolo. Fruttato e sapido. Eh???




Si fruttato e sapido o minerale che dir si voglia. Il Nebbiolo al massimo per me era floreale, con una certa freschezza data da terreni calcareo argillosi e ruvidità dai suoi tannini aggressivi. Così insegnavano le Langhe. Questo è fruttato sottobosco, lamponi, mirtilli, anche se si sentono ovviamente profumi terziari di confettura e speziatura leggera di invecchiamento e in bocca quel velluto che avevo avuto modo di apprezzare solo in Barolo invecchiati. Qui si parla di un semplice Nebbiolo. Quello che dovrebbe essere la corrispondenza di un semplice Langhe Nebbiolo da dove provengo io. Ed ecco il Ghemme DOCG L' Anno Primo 2007, poi il Collis Carellae un CRU il cui Nebbiolo proviene da una singola vigna 2007 poi ancora il Collis Braclaemae 2005 e 2007 per finire con il Signore di Bayard Ghemme di concezione più moderna 2006. L'Abate di Cluny rosso fatto fatto con un Nebbiolo sovrammaturo in pianta. Ma sempre queste note minerali, sempre anche in vini affinati per lungo tempo, quasi ci fosse nascosto nei sedimenti un vulcano attivo, rossi che ricordano nella mineralità e sapidità, il Taurasi piuttosto che l'Aglianico del Vulture o il Nerello Mascalese dell'Etna... ma siamo... in Piemonte ???
Ed ecco lo sguardo di Alberto dipingersi di soddisfazione per aver incastrato il suo pollo, in questo caso un super pollo all'oscuro del Supervulcano della Valsesia o meglio che ne ignorava l'esistenza in quel momento, che è un modo come un altro per dire che non ne ero a conoscenza.


                                                                                                     Matteo Capellaro 





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